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Conosciamo il reale costo di produzione
del latte che vendiamo ogni giorno? Sappiamo quale sia il profitto o la perdita
del nostro allevamento alle fine del mese? Su quale base cerchiamo di fare una
valutazione di possibili investimenti nella stalla?
Nella
prima parte di questo post abbiamo visto i benefici economici del latte marginale ovvero di quel ulteriore litro di latte per vacca che siamo in
grado di ottenere. Ma oltre a ciò si può trarre beneficio anche dall’opportunità di aumentare il numero di vacche
in mungitura. Vi sono infatti realtà in cui non tutte le cuccette disponibili
sono riempite da animali in produzione e la stalla non è quindi a piena
capacità, almeno non per tutti i mesi dell’anno. A parità di incremento
di volume il contributo al profitto derivante dall’inserimento di altre vacche non
Ci siamo da tempo abituati a vedere un mercato con un andamento molto altalenante
del prezzo del latte e un costo decisamente sostenuto degli
alimenti; tutto ciò ha radicalmente cambiato il quadro economico e finanziario di molti allevamenti. Ciononostante non
si deve dimenticare che i fondamentali di una buona gestione della mandria non
sono comunque cambiati:buona qualità dei foraggi, strutture che consentano un
ottimo benessere delle bovine e un'ottima salute della mandria, programmi
solidi di gestione delle vacche in transizione e della loro riproduzione, forte
In tempi
di cui molti allevatori cercano di capire la sostenibilità economica del
proprio allevamento sia nell’immediato che nel futuro prossimo, cerchiamo di
guadare alcuni punti che possono essere decisivi al riguardo. In un mercato del
latte dagli elevati costi alimentari, capaci ormai di rappresentare sino al 60%
del costo totale di produzione, la capacità di ridurre al minimo le inevitabili
“perdite” di alimenti e del loro valore nutritivo nel percorso che va dal campo
alla bocca degli animali offre una sostanziale opportunità di miglioramento
Lo scorso 25 Settembre
Granda Team ha organizzato una giornata di formazione dal titolo: “ Il ruolo
del consulente negli allevamenti da latte”. Sottotitolo “ Spunti di riflessione
per una figura professionale in crisi d’identità”. Vi hanno partecipato 25 tra
nutrizionisti e veterinari sia liberi professionisti che appartenenti all’industria
mangimistica, e anche un allevatore.
Nella situazione dell’attuale contesto economico gli
allevatori devono necessariamente essere “attenti” a tutti gli aspetti della
loro impresa. Essi devono essere preparati a confrontarsi con una volatilità
dei prezzi di latte e alimenti mai registrata nei decenni precedenti. Vi è
quindi da affrontare la complessità insita nella gestione degli animali, della produzione di foraggi e cereali, dei macchinari e tecnologie
implicate nel processo produttivo insieme ad altre importanti aspetti a cui
quotidianamente porre particolare attenzione.
Se c’è
una cosa importante da fare in un periodo come questo in cui è difficile
ottenere margini positivi in un allevamento da latte è quella certamente di
sedersi e valutare attentamente l’efficienza della propria impresa, calcolando
in modo corretto il proprio costo di produzione ogni 100 kg di latte prodotti. Nel
fare questo diventa prima di tutto indispensabile andare a individuare gli
aspetti chiave che determinano il costo di produzione nella propria stalla. Ma quali
Recentemente presentato alla “Western Dairy Management Conference 2013” l’IFCN Dairy Report 2012 illustra la situazione del mercato
mondiale del latte aggiornata al 2011. L’IFCN (International Farm Comparison
Network) è un network di ricercatori nel
settore del latte che operano in 91 diversi paesi e che coopera con oltre 90
aziende rappresentative di tutta la
filiera del latte. Secondo questo Report nel 2011 la produzione mondiale di latte vaccino e bufalino è stata di 721