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Una Prospettiva Finanziaria sulla Riproduzione e Fertilità dell’Allevamento da Latte- seconda parte

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Una Prospettiva Finanziaria sulla Riproduzione e Fertilità dell’Allevamento da Latte- seconda parte

Ven, 04/01/2013 - 16:06 -- Greg Bethard

Continuiamo in questo secondo post l'analisi dei benefici economici del miglioramento delle performance riproduttive. E in particolare, come anticipato nel primo post di questa serie, andiamo a vedere cosa succede in allevamenti aventi diverse distribuzioni degli animali lungo la curva di lattazione per effetto di un diversa fertilità.

Normalmente si assume che un miglioramento delle performance riproduttive determini una maggiore produzione e una migliore conversione alimentare. La premessa alla base di ciò è che mandrie con eccellente riproduzione hanno una distribuzione degli animali lungo la curva di distribuzione più favorevole (ovvero più animali nella prima parte della curva di lattazione e meno animali con elevati giorni di lattazione). Tale distribuzione è di fatto funzione di molti fattori, rendendo quindi difficile una sua modellizzazione. Per evitare le complessità e le difficoltà di creare un tale modello, sono state selezionati quattro allevamenti rappresentativi di diverse performance riproduttive a partire da un database contenente 80 allevamenti (180.000 vacche) situati in Arizona, Florida, Idaho, Illinois, Iowa, Italia, Kansas, Pennsylvania, Texas, Vermont, Virginia, e Wisconsin. Il tasso di gravidanza a 21 giorni su base annuale è in media del 24% (range tra 12-40%) per primipare, 20% per pluripare (range 11-34%) e 28% (range 8-51%) per manze.

Le statistiche dei quattro allevamenti sono presentate in tabella 1 (presente in allegato insieme alle altre tabelle e figure). Sono state considerate solo le distribuzioni delle vacche dalla seconda lattazione in poi, essendo quelle delle primipare meno uniformi potendo essere influenzate anche dall’acquisto di manze dall’esterno. L’allevamento 1 ha un eccellente riproduzione, con un PR a 21 giorni costantemente elevato (33% per pluripare) e un numero basso di giorni in latte (151). Questo allevamento è uno dei migliori dal punto di vista riproduttivo di quelli presenti nel database. L’allevamento 4 è invece il peggiore presente nel databse con un PR delle pluripare del 12% e con 215 giorni in lattazione. Gli allevamenti 2 e 3 sono stati scelti per il fatto che si posizionano per performance riproduttive tra l’allevamento 1 e il 4. La scelta di questi quattro allevamenti è dovuta anche alla costanza degli indici riproduttivi nel corso degli ultimi due anni e sul fatto che non vi sia stato nessun processo di espansione o riduzione della mandria. L’intenzione è stata quella di individuare mandrie con una distribuzione della lattazione che rappresentasse performance riproduttive “ eccellenti”, “molto buone”, “medie” e “scarse”. Tale scelta è stata fatta sulla base della mia esperienza e della conoscenza di questi allevamenti.

Sono state quindi create quattro diverse curve di lattazione utilizzando le equazioni di Wood, le quali rappresentano due diversi livelli produttivi e la curva delle primipare contro quella delle pluripare ( “latt=1 bassa produzione”, “latt= 1 alta produzione”, “latt>1 bassa produzione” e “ latt>1 alta produzione”). Lo scopo è stato quello poi di applicare le quattro distribuzioni degli animali nei quattro allevamenti selezionati alle curve di lattazione generate per primipare e pluripare per livelli di alta o bassa produzione. In questo modo è stato possibile monitorare l’impatto economico del miglioramento della riproduzione per animali in prima lattazione e per quelli pluripare e in caso di elevata piuttosto che di bassa produzione. (Figura 3). Le curve relative alla percentuale di grasso e proteine nel latte (figura 4) rappresentano la predizione di tale parametri per una mandria con 3.8% di grasso e 3.0% di proteine. Tale equazione non è stata utilizzata per stimare i titoli oltre i 330 giorni di lattazione. Lo stato di gravidanza non è stato preso in considerazione. L’uso di somatotropina (bST) è stato modellizzato assumendo 4.5 kg di latte in più a partire dalla nona settimana di lattazione. L’ingestione di Sostanza Secca è stata calcolata a partire dal Latte Corretto a Energia, utilizzando le equazioni NRC 2001. Il Ricavo al Netto dei Costi Alimentari (IOFC) è stato determinato utilizzando un pagamento del latte per componenti con 4.4$/kg di proteina, 7,7 $/kg di grasso, 0.9 $/kg di altri solidi, 6.6$/100 kg di latte di premio qualità, 0.31$/kg di sostanza secca ingerita e 0.44$/giorno di costo per bST. La percentuale di vacche in lattazione è stata stimata con un programma per il calcolo del budget dell’allevamento.

Impatto nei riguardi degli IOFC

La tabella 2 riporta i risultati economici derivanti delle diverse distribuzione delle quattro mandrie applicate alla quattro curve di lattazione. In questa tabella sono riportati solo i dati relativi alle produzioni senza l’utilizzo della bST. Come pianificato, le distribuzioni rappresentano un ampio range di giorni medi in latte (146-208) e la produzione di latte giornaliera sembra rappresentare ragionevolmente uno scenario realistico. In questa analisi si è considerato che una migliore distribuzione degli animali lungo la curva di lattazione è il risultato di una migliore riproduzione. Sebbene sia non propriamente corretto interpolare linearmente i risultati utilizzando i Giorni Medi In Latte o il Tasso di Gravidanza quali interpolatori, alcune conclusioni nei riguardi degli IOFC possono essere comunque tratte da questo esercizio:

1) Il miglioramento degli IOFC derivante da una migliore distribuzione è maggiore nelle pluripare che nelle primipare, poiché la curva delle primipare è più piatta.

2) Allevamenti con produzione più elevata hanno un maggior beneficio in termini di IOFC dal miglioramento della distribuzione lungo la curva di lattazione.

3) L’aumento degli IOFC derivante dal miglioramento della distribuzione degli animali varia da 0.13$ a 0.71$ per vacca al giorno.

4) Passare da una bassa ad una eccellente performance riproduttiva per lo scenario preso in esame e con una mandria avente il 40% di primipare significa: migliorare gli IOFC giornalieri di 1.41$ o 515$/vacca/anno per mandrie ad elevata produzione e migliorare gli IOFC giornalieri di 1.06$ o 387$/vacca/anno per mandrie a bassa produzione.

5) Considerando le componenti, il premio qualità e i costi di trasporto il prezzo netto del latte è stato di 46 $/100 kg per la mandria a bassa produzione e di 46,22 $ per 100 kg per quella ad alta produzione. Se tutte le vacche avessero un 3.5% di grasso e un 3% di proteine, il prezzo del latte sarebbe di 45,2 $/100 kg.

6) Considerando che i titoli del latte non influenzano in modo sostanziale la differenze in termini di IOFC, se fissiamo la % di grasso al 3.5 e la % di proteine al 3% per tutta la lattazione abbiamo che :per le mandrie con performance riproduttive elevate, gli IOFC sono stati in media sovrastimati di 0.62$ per gli scenari considerati.Per le mandrie con performance riproduttive basse, gli IOFC sono stati in media sovrastimati di 0.07$ per gli scenari considerati.

Nel prossimo post andremo a considerare invece i benefici che si hanno sul Costi di Sostituzione dovuto alla rimonta e l'impatto economico sull’intera mandria nel suo complesso.

A presto! Greg



 

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