Ricercatori canadesi si sono dedicati ad analizzare quanto variabile potesse essere il tasso di crescita delle manze nei diversi allevamenti. Per far ciò hanno stimato il peso di manze tra 12 e 17 mesi in 33 diverse mandrie. Oltre ciò hanno inoltre analizzato l’effetto che potevano avere alcuni fattori su tale accrescimento: metodo di svezzamento, tempo tra svezzamento e messa a terra in gruppi, dimensione dei gruppi, frequenza degli spostamenti tra gruppi e numero di volte in cui la razione era scaricata ogni giorno. Da quest’analisi è emerso che solamente un fattore è stato in grado di spiegare buona parte della variazione che si è registrata nell’accrescimento delle manze nei diversi allevamenti: questo fattore è stato l’accrescimento giornaliero delle vitelline nella fase pre-svezzamento, in altre parole nei primi due mesi di vita. La conclusione di questo studio è che esiste una notevole variabilità nella velocità di crescita delle manze nei diversi allevamenti e che negli allevamenti che ottengono le migliori performance in tal senso la crescita delle giovani vitelle è certamente meglio che negli allevamenti con performance finali di crescita inferiori. Ciò ci suggerisce di porre estrema attenzione alla gestione alimentare, ambientale e sanitaria delle vitelle nelle prime settimane di vita per l’estrema importanza di questo periodo nel determinare poi la capacità delle manze di ottenere un adeguato e veloce sviluppo corporeo. Questi risultati sono stati presentati nel corso del meeting annuale 2012 dell’American Dairy Science Association.
Fonte: Nutritionist e-Network -Ottobre 2012
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