Il costo dell’allevamento delle manze è uno dei maggiori costi di produzione del latte. In questo post affrontiamo alcune dei più comuni punti critici nei programmi di allevamento della rimonta, con l’obiettivo di dare spunti di analisi per capire se si è efficienti in tale settore. Cominciamo dicendo che è importante che ogni allevamento sappia il proprio costo di allevamento delle manze ed elenchiamo alcuni punti importanti a tale proposito:
1-Vi sono conseguenze economiche importanti nell’avere un numero troppo basso di manze ( al di sotto dei 24 mesi di età) in relazione alla mandria in lattazione.
2-L’efficienza riproduttiva nelle manze determina il numero di giorni in cui dovremo alimentarle e quindi il costo totale che va sostenuto prima di portare questi animali in lattazione. A tale proposito va ricordato che non è la manza che generalmente determina l’efficienza riproduttiva (le manze sono generalmente fertili) ma bensì l’organizzazione del lavoro e la capacità di svolgere un buon lavoro nel fecondarle tempestivamente.
3-Considerando il costo di produzione del latte, il costo di allevamento delle manze è il secondo o terzo costo dopo quello di alimentazione delle vacche in lattazione. Va sottolineata quindi l’importanza di separare nel Conto Economico i costi alimentari delle manze da quelle delle vacche in latte e in asciutta.
Alcuni punti di inefficienza piuttosto comuni:
1. Età al primo parto troppo elevata. Legata strettamente alla fase riproduttiva essa determina elevati costi di alimentazione.
2. Bassa conversione alimentare. Eccessivi costi di mantenimento si hanno nel caso di utilizzo di alimenti di scarsa qualità.
3. Perdite per mortalità. In tal caso si perde il possibile valore dell’animale.
4. Eliminazione di animali quando sono ormai allevati da “troppi” giorni; in tal caso il costo di non aver preso questa decisione prima è abbastanza elevato.
Quante manze si devono avere?
Quando si tratta di valutare di quante manze si ha bisogno in un allevamento, si deve guardare al numero di animali con meno di 24 mesi di età, espresso come percentuale rispetto al numero di vacche in lattazione attualmente presenti. Se si è al di sotto del 100% si avrà un insufficiente numero di manze per mantenere un adeguato flusso di parti con conseguenze negative per il potenziale volume di latte prodotto nei mesi successivi. Se si arriva ad avere una percentuale sopra il 120% si potrebbe affermare che si hanno troppi animali, a meno che non vi siano piani di espansione in programma. Avere un obiettivo del 110% appare un target ottimale anche se si deve poi considerare il tasso di eliminazione totale della mandria in latte. Tenere sotto controllo questi numeri ci consente di avere la necessaria flessibilità per implementare una adeguata strategia di sostituzione della mandria.
Va ricordato inoltre che, in un mercato come quello odierno caratterizzato da elevati costi degli alimenti, è necessario non sprecare alimenti su manze inefficienti, cercando di rimuovere rapidamente animali che risultano palesemente con problemi sanitari e scarso accrescimento. Animali che hanno una taglia decisamente scarsa a 400 giorni di età, o che non risultano gravide pur avendo oltre 18-19 mesi dovrebbero essere nella lista dei “potenziali” animali in uscita.
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