Dallo scorso primo maggio (e sino al 31 ottobre del 2015) la città di Milano ha iniziato a ospitare “l’Esposizione Universale”, cioè l’EXPO 2015. Ma davvero sappiamo di cosa si tratta e perché è stata organizzata?
Il tema è “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. È certamente un tema enorme che ha tantissime sfaccettature possibili – dalle abitudini alimentari internazionali alla mancanza di cibo, dall’uso responsabile delle risorse al futuro del nostro pianeta, dalla rilevanza simbolica del cibo alle discussioni sugli OGM – e tutti i Paesi partecipanti mostreranno il meglio delle proprie tecnologie e delle proprie risorse collegate a questo tema.
Si perché come riuscire a sfamare una popolazione che sarà di oltre 9 miliardi di individui nel 2050 è infatti una delle maggiori sfide del nostro futuro. Infatti secondo le stime della FAO, nel 2050 gli abitanti del pianeta aumenteranno di circa un terzo rispetto agli attuali 6,9 miliardi per superare la soglia dei nove. I maggiori incrementi avranno luogo nei paesi in via di sviluppo, mentre la popolazione delle economie ad alto reddito rimarrà pressoché stabile. Nel continente africano la popolazione dovrebbe raddoppiare, passando da circa uno a due miliardi di persone entro il 2050, e ci sarà anche un consistente incremento nelle aree cosiddette emergenti, tra cui Cina e India, che oggi rappresentano oltre un terzo della popolazione mondiale, contando circa 2,5 miliardi di abitanti che nel 2050 diventeranno all’incirca 3,2. Ma non è solo l’aumento della popolazione a far scattare il campanello d’allarme. Questa crescita è già oggi accompagnata da un processo per cui i consumi alimentari delle aree emergenti somigliano sempre di più a quelli delle economie a capitalismo maturo, inclusa una maggiore propensione verso un’alimentazione più varia e più ricca. Anche qui nessuna sorpresa rispetto a quello che ci racconta la storia: si tratta di trasformazioni tipiche della transizione verso modelli economici più evoluti. A colpire è la velocità di questa ‘convergenza’, che rispecchia l’accelerazione in termini di incremento del pil di alcune importanti e popolose aree del pianeta, i cosiddetti paesi Brics. Questo significa maggiore benessere, ma anche maggiori consumi, maggiore pressione sulle risorse naturali e maggiore inquinamento. Oggi la popolazione mondiale è distribuita per il 50% circa negli insediamenti urbani e per l’altra metà nelle campagne. Nel 1950 il rapporto era 30 a 70 e a distanza di un secolo, nel 2050, sarà completamente ribaltato, con oltre il 70% delle persone che vivrà nelle città. Diciannove città in più rispetto a oggi conteranno più di dieci milioni di abitanti, e cinque di queste sorgeranno in Asia. Questa migrazione dalla campagna verso la città sta accompagnando il passaggio di questi paesi da un’economia agricola a una industriale e in parte già postindustriale, contribuendo a orientare le scelte di consumo delle ampie quote della popolazione mondiale coinvolte, avvicinandole agli stili alimentari delle aree più ricche del pianeta.
Expo Milano 2015 sarà quindi l’occasione per riflettere e confrontarsi sui diversi tentativi di trovare soluzioni alle contraddizioni del nostro mondo sia nel futuro a venire, ma anche in quello più prossimo a noi: si perché già oggigiorno se da una parte c’è ancora chi soffre la fame (circa 870 milioni di persone denutrite nel biennio 2010-2012), dall’altra c’è chi muore per disturbi di salute legati a un’alimentazione scorretta e troppo cibo (circa 2,8 milioni di decessi per malattie legate a obesità o sovrappeso). Inoltre ogni anno, circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate. Per questo motivo servono scelte politiche consapevoli, stili di vita sostenibili e, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, sarà forse possibile trovare un equilibrio tra disponibilità e consumo delle risorse.
In estrema sintesi Expo dovrebbe rappresentare un luogo atto a contenere tanti punti di vista diversi sul tema in esame. Si stima che ogni persona passerà in media 5 ore all’interno di Expo 2015, ma in queste ore riuscirà a vedere solo il 15% dei padiglioni. Se li volesse vedere tutti dovrebbe ritornare per 6 giorni. Torneremo presto sull’argomento sicuramente dopo aver visitato Expo per darne una valutazione personale, soprattutto sui contenuti.
Fonti :
Paolo De
Castro “La grande crisi e la lotta per le risorse primarie: acqua, terra, cibo” (
Treccani Atlante Geopolitico)
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