L’andamento del prezzo del latte e del costo dei fattori produttivi, in primis degli alimenti hanno ormai assunto un fisionomia nuova nel corso degli ultimi anni. Non ci troviamo più in un periodo di prezzi relativamente stabili ma bensì in una dinamica molto oscillatoria, questo specialmente per il prezzo del latte, registrando una situazione in cui a periodi di prezzo sostenuto fanno seguito forti cadute, seguite nuovamente da rialzi sostanziali. Nel caso degli alimenti quali mais e soia il trend è stato invece decisamente al rialzo con prezzi ormai stabilmente sostenuti. Questa dinamica è ormai da tempo consolidata a livello mondiale, ma anche il mercato nazionale ha assunto da alcuni anni tale fisionomia. Ciò pone gli allevatori in una situazione nuova e di necessario adattamento delle logiche alla base del loro fare impresa, al fine di riuscire ad assicurarsi un margine di profitto positivo almeno nel medio/lungo periodo.
Nel frattempo anche la demografia della dimensione degli allevamenti sta cambiando: la costante diminuzione del numero di imprese zootecniche da latte è di fatto accompagnata da un aumento delle stalle di grandi dimensioni. Non va dimenticato inoltre che siamo ormai vicini alla chiusura del regime delle quote latte e molti si chiedono: “Come risponderà il mercato a questa nuova situazione?”.
Come si vede molto sono gli interrogativi su cosa è giusto fare in un tale scenario; certamente qualcosa che è sicuramente necessario fare risponde ad una logica di “maggiore efficienza” dell’allevamento, ovvero capacità di raggiungere ottimi obiettivi di performance e di migliore utilizzo delle risorse messe in campo nel perseguirli. Ma quali sono questi obiettivi e quale livello di efficienza è richiesta nel loro raggiungimento? Vediamo di elencarne alcuni dei più importanti al fine di rendere più concreto il quadro della situazione:
1- Produzione media per vacca (corretta economicamente per il valore dei titoli)
2- Ricavo giornaliero al netto dei costi alimentari (IOFC): totali e per vacca
3- Percentuale degli animali in latte presenti rispetto alla capacità della stalla (media degli ultimi 12 mesi).
4- Margine/litro di latte prodotto
5- Costo della Rimonta/litro di latte prodotto
6- Costo del lavoro/litro di latte prodotto
7- Altri costi/litro di latte prodotto
Come è facile capire la maggior parte di questi obiettivi non sono tecnici, ma bensì di natura finanziaria e misurano la capacità dell’allevamento di essere più o meno efficiente nel raggiungere (ammesso che vi riesca) obiettivi di performance in grado di generare reddito per l’impresa. In sostanza possiamo dire che obiettivo primario di un allevamento non è tanto quello di raggiungere un determinato livello di produzione per vacca al giorno, ma piuttosto quello di accrescere nel tempo la sua capacità di generare margine.
In questo quadro è senz’altro possibile affermare che valutare l’efficienza economica della propria impresa è una delle cose più importanti (se non la più importante) che un allevatore da latte deve fare, sia in periodi di elevato prezzo del latte che in quelli in cui questi risulta ridotto ai minimi termini. Per fare questo il documento finanziario più utile da redigere è il Conto Economico in modo da essere in grado di determinare parametri quali il margine (profitto/perdita), il costo di produzione ogni 100 kg latte prodotto ed il proprio prezzo del latte a pareggio andando quindi a definire l’efficienza finanziaria dell’allevamento. Il Conto Economico nel suo guardare alla “differenza tra i ricavi ed i costi” mette in evidenza la capacità operativa della stalla cercando di vedere se è in grado di competere sul mercato. Il proprio modello d’impresa deve infatti essere valutato, alla luce dei dati che emergono dal Conto Economico, sulla base di quanto basso sia realmente il proprio prezzo del latte a pareggio e del potenziale margine che si è in grado di generare, e non certamente da quanto è la produzione media per vacca o dal tasso di eliminazione annua, che non sono di per sé indici che mi dicono per certo se sto generando un utile o una perdita.
Cosa è il Conto Economico?
Il Conto Economico è un report finanziario operativo che cattura in sé l’efficienza finanziaria di un allevamento. Si focalizza sul comparto dell'azienda dedito alla produzione di latte andando a scorporare questa componente da altre presenti normalmente in un allevamento come quello della produzione dei foraggi e dei cereali. Esso deve essere realizzato con una contabilità per competenza, sia per i costi alimentari (allocare i costi in funzione di quando si consumano i prodotti e non quando vengono acquistati) che per il ricavo del latte. Inoltre i foraggi utilizzati devono essere contabilizzati a prezzo di mercato. Oltre a ciò la produzione di latte dovrebbe essere corretta per tener conto del valore economico dei titoli di grasso e proteina.
E' bene ricordare inoltre che gli ammortamenti dei beni strumentali devono riflettere inoltre l’effettiva perdita di valore di tali beni per l'uso che se ne fa in allevamento; invece le quote capitali dei mutui contratti non devono entrare in questo documento essendo di fatto una voce di investimento, ma vi devono entrare i soli interessi pagati su questi mutui.
Il costo di produzione per 100 kg di latte prodotto è sicuramente una voce del Conto Economico molto utile da monitorare nel tempo. Essa indica la capacità di produrre latte a basso costo e come varia tale capacità nel tempo. Ricordiamoci però che il limite maggiore di tale parametro è il fatto che ignora la parte relativa al ricavo. Un latte con titoli maggiori o una maggiore qualità igienico-sanitaria generalmente ha un costo di produzione maggiore, ma può spuntare un maggiore prezzo cosa che non appare se guardiamo al solo costo di produzione. Spesso il Conto Economico è costruito in modo diverso, poiché alcuni usano foraggi a prezzi di mercato, altri invece a costo di produzione; in altri casi non si conteggia il costo di sostituzione relativo al mantenimento della dimensione della mandria (allevamento delle manze) e spesso si includono i costi della rimonta nei costi alimentari complessivi senza scorporarli da quelli delle vacche.
Costruire un accurato Conto Economico
La tenuta di una corretta e puntuale registrazione delle voci contabili è fondamentale per la determinazione di un corretto Conto Economico. Tale documento deve essere redatto mensilmente e la contabilità per competenza è fondamentale per poter fare una corretta reportistica mensile. Disporre di un software che registra gli effettivi consumi mensili dovuti all’alimentazione degli animali, fare un inventario mensile di foraggi e concentrati per capire l’entità delle perdite e utilizzare una pesa per qualsiasi cosa che entra od esce dall’allevamento (alimenti & latte) sono aspetti essenziali per una corretta ed accurata registrazione dei dati. Per far ciò occorre certamente dedicare impegno e tempo; ricordiamoci che la sola registrazione delle fatture non è sufficiente e può portare a valutazioni non corrette della realtà operativa dell’allevamento.
I tre maggiori centri di Costo nella produzione del latte
Tre sono le categorie che rappresentano la maggior parte del costo di produzione del latte:
1. Costo Alimentare
2. Costo del Lavoro
3. Costo di Sostituzione
Questi tre costi possono rappresentare oltre il 70% del costo di produzione in molti allevamenti. Il costo alimentare rappresenta il consumo mensile (contabilità per competenza) delle vacche in latte e in asciutta utilizzando il valore di mercato per il costo dei foraggi. Il costo del lavoro include il solo costo legato alle vacche in latte. Il costo di sostituzione viene conteggiato considerando i costi dell’allevamento delle manze (alimenti, lavoro, vaccinazioni, fecondazioni, ecc.) al netto dei ricavi della vendita delle vacche da scarto e della eventuale vendita di vacche da vita e manze.
Se non si costruisce un Conto Economico in modo corretto spesso questi tre centri di costo non sono distinguibili tra loro. Scopo del conto economico, come già detto, è quello di valutare l’efficienza operativa dell’allevamento da latte, che va quindi ben distinto dagli altri centri di business legati alla campagna e all’allevamento delle manze.
Dieci (undici) punti chiave per un buon Conto Economico
Ora, sebbene non esista una ricetta unica che possa funzionare in tutte le situazioni allo scopo di avere una stalla economicamente efficiente, vi sono comunque alcuni punti semplici e di buon senso che normalmente possono condurre ad avere un buon risultato economico, almeno nel medio-lungo termine. La lista presentata di seguito è un tentativo di quantificare alcuni semplici e generici approcci che possano portare ad avere un buon margine di profitto nel proprio Conto Economico.
1. Tenere la stalla al 100% della sua capacità
2. Vacche fresche sane
3. Sostituire animali non più sufficientemente redditizi
4. Ottenere buoni premi per titoli e qualità del latte
5. Massimizzare gli IOFC (ricavo al netto dei costi alimentari)
6. Minimizzare i costi alimentari/100 kg latte prodotto
7. Produrre o acquistare foraggi di elevata qualità
8. Generare molte gravidanze (Manze & Vacche)
9. Minimizzare il Costo di Sostituzione
10. Tagliare i costi intelligentemente
11. Controllare il Costo del Lavoro
Per ora ci fermiamo qui, ma i punti sin qui toccati verranno ulteriormente approfonditi nei prossimi post che verranno pubblicati a breve.
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