Concludiamo con questo terzo post la serie dedicata alle strategie di base che vanno considerate nel cercare di migliorare la redditività in un allevamento da latte. Nei due precedenti ci siamo soffermati sui benefici apportati dalla produzione marginale (più latte dagli stessi capi munti) e da quella di un numero aggiuntivo di capi (vacche marginali). Vediamo infine quali altre strategie possono essere messe considerando un volume determinato di latte prodotto.
Una volta raggiunto il numero ottimale di animali presenti in stalla, attenzione dovrebbe essere posta all’aumento diretto del margine. Ovviamente il primo passo dovrebbe essere quello di aumentare il ricavo per quintale di latte venduto, ad esempio cercando di spuntare il miglior prezzo possibile. Da questo punto di vista diverse stalle potrebbero beneficiare di un prezzo migliore in conseguenza di maggiori premi per la qualità del latte, legata ad esempio al contenuto di cellule somatiche. Ma anche avere titoli di grasso e proteine migliori rappresenta un’altra fonte di maggior valore del latte venduto. Se possibile inoltre si potrebbe stabilire un contratto a medio temine con chi acquista il latte in modo da stabilizzare il più possibile il “flusso di cassa” in una situazione di prezzo del latte molto altalenante.
L’altra parte dell’equazione dei margini è legata alle spese. Ovviamente bisogna cercare di acquistare al miglior prezzo cercando di usare strategie legate al volume che si può acquistare (tenendo in considerazione comunque di non compromettere il flusso di cassa), fare se possibile acquisti in gruppo piuttosto che fare contratti per periodi di diversi mesi. Questa ultima strategia sta diventando infatti più comune, almeno negli allevamenti di grandi dimensioni.
Sul lato delle spese è bene separare queste in due grandi categorie: 1) quelle che impattano sulla vacca nel breve periodo e 2) quelle che non lo fanno. Ora l’approccio alla riduzione delle spese, specialmente quando il prezzo del latte è basso, dovrebbe essere diverso per le due categorie.Ogni allevatore dovrebbe stare molto attento nel cercare di ridurre le spese che hanno un diretto impatto sugli animali quali ad esempio quelle legate all’alimentazione, alla lettiera, ai servizi veterinari, alla cura degli animali e al lavoro in sala mungitura. Ogni riduzione delle spese di questo tipo deve essere monitorata molto bene al fine di capire che non si stia influenzando negativamente la mandria e quindi il volume di latte prodotto. In alcuni casi si dovrebbero invece aumentare queste spese al fine di migliorare la salute e la produttività della mandria, andando a beneficiare del valore marginale della produzione di latte. In generale le stalle più redditizie non sono quelle che staccano un numero inferiore di assegni, ma bensì quelle dove ogni euro investito ha il maggior ritorno in termini di profitto. In periodi di basso prezzo del latte sono le spese che non impattano direttamente sulle vacche (nuovi trattori, nuova terra, nuove strutture non legate alla produzione, ecc) che devono essere eventualmente posticipate se non cancellate in attesa di tempi migliori.
Conclusione
Il futuro dell’industria del latte facilmente apparterrà a quegli allevatori che approcceranno la loro attività con un forte propensione agli aspetti economici e al controllo della margine di ritorno. Fare ciò significa capire bene i fondamentali del proprio business che sottendono alla redditività dell’allevamento. Tutte le stalle hanno opportunità di migliorare il loro margine potenziale di guadagno se consapevolmente ogni giorno approcciano la loro gestione con l’obiettivo di migliorare sia il margine di profitto che il volume di latte prodotto.
Fonti: J.Fetrow, S.Eicker, S.Stewart : Increasing Profit on Dairy Farm : Strategies and Thuoghts for Low Milk Prices- Minnesota Dairy Health Conference 2000.
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