L’approccio alimentare alla patologia da elettroliti deve essere affrontato attraverso una modalità che risponda alla complessità e alla variabilità , esso prevede infatti elementi di diagnosi, di terapia personalizzata e di valutazione prognostica, esulando e bypassando una mentalità semplicistica ,basata solo su calcoli inserendo " input teorici " nel pc ,su una stima della'ingestione di S.S in post parto, senza tenere conto dei molteplici fattori che possono alterarla.
In particolar modo nel periodo estivo l’assunzione di 350 – 400 gr di potassio /giorno non è assicurata dall’apporto delle sole materie prime, per cui è opportuno considerare sempre l’integrazione di sali Cationici esempio di K da somministrare ASSOLUTAMENTE in condizioni di ridotta ingestione volontaria da parte della bovina.
Appare fondamentale anche ricordare che nel periodo estivo , in condizioni di temperatura > 28 c° ed umidità relativa superiore al 60 % la bovina è sottoposta a ulteriori ed ingenti perdite di cationi (sodio, potassio e magnesio ) per effetto della quantità di sudore prodotto nelle 24 ore , ritenuto intorno a 1800 gr/ora , che si vanno a sommare alle perdite dovute alla produzione lattea.
I livelli fisiologici di Kaliemia (potassiemia) suggeriti dalla bibliografia si collocano in un range che va da meQ/l 3.9 a 5.8 (Goff 2004 Vet Clin food Anim 471/494) Nel presente lavoro il tasso di Kaliemia rilevato con 2 metodiche differenti - Emogas analisi e chimica clinica sierologica – ha evidenziato un valore medio pari a 3,72 meQ/l , ovvero una diffusa e generalizzata ipokaliemia , pur essendo in situazioni ambientali ottimali (20 c°).
Più specificatamente , i valori riscontrati risultavano quindi inseriti in valori ritenuti normali in 39 soggetti riscontrando invece una situazione ipoK nel 58 % dei capi analizzati.
Dei 93 soggetti, 32 hanno manifestato patologie associate all’iporessia e cioè in 18 soggetti è stata riscontrata ritardo nella lochiazione, metrite e febbre, in 8 soggetti dislocazione destra o sinistra dell’abomaso e in 6 soggetti blocco ruminale. I valori medi della Kaliemia riscontati in questi capi risultano essere rispettivamente pari a 3.66; 3.73; 3.7 e 3.25 meQ/l , come illustrato nella tabella allegata.
tabella_1Questo dato appare paradossale se si considera che le razioni formulate in teoria dovrebbero coprire ampiamente i fabbisogni richiesti; la realtà impone invece di considerare più cause concomitanti (ridotta ingestione di SS , alcalosi metabolica post parto, adattamento della produzione di aldosterone finalizzato all’eliminazione del K presente in elevata quantità nelle diete pre parto, ecc.) che possono indurre ipoK ma, indipendentemente da queste è bene ricordare che è NECESSARIO ottimizzare il livello di K ematico al fine di consentire una corretta funzionalità soprattutto della muscolatura liscia, fondamentale nell’immediato post parto sia x la funzionalità dell’abomaso sia dell’utero.
A fini pratici possiamo ricordare gli effetti della Kaliemia sulla contrazione abomasale così come descritto da Turck and Marek (2010), con progressivo aumento della contrattilità muscolare fino al valore di 7 meQ/l.
Sempre secondo questa ricerca, il valore riscontrato ( 3,72 meQ/l ) nelle bovine analizzate giustificava una riduzione della contrattilità abomasale di circa il 50%.
Gli elementi sopracitati inducono quindi a considerare con certezza che la nutrizione minerale della bovina da latte durante lo stress da caldo deve essere specificatamente formulata al fine
- di evitare la comparsa di patologie correlate all'inevitabile
- " alcalosi respiratoria/acidosi metabolica" che si verificherà tutte
- le volte che sottoporremo le bovine a temperature eccessive