Stiamo sempre più parlando dizootecnia di precisione e questa,per chi pratica lo studiodella zootecnia da tempo e haavuto modo di fare esperienza nellaconsulenza tecnica agli allevamenti, èuna buona notizia. Basti pensare, perquanto riguarda l’alimentazione di precisione,da quanti decenni parliamo dirazionamento per una bovina con uncerto peso, età e produzione di latte,per poi distribuire una razione che deveandare bene per un gruppo di vacchetra loro scarsamente omogenee, con ilrischio di sottoalimentare alcuni capi edi ingrassarne altri, sprecando in questomodo risorse. Il passaggio dalla gestionealimentare di un gruppo a unapiù mirata dividendo in due i gruppipuò consentire un risparmio almenosuperiore ai 21 dollari/capo/anno (Cabrerae Kalantari, 2016).Un primo passo importante per avereuna migliore corrispondenza traquanto si è deciso di somministrarecon la miscelata e quanto è realmentedistribuito è stato fatto con l’adozionedi sistemi basati sulla rifl ettanzanel vicino infrarosso (meglio noti comesistemi Nir) per poter valutare, edeventualmente correggere in temporeale, l’effettiva quantità di sostanzasecca caricata per i foraggi a maggiorevariabilità di sostanza secca, comeabbiamo fatto all’azienda Baroncina(Lodi), sede delle nostre installazionidi zootecnia di precisione nelle attivitàcondotte dal CREA-FLC.
Conseguenzedella sovrastimadi sostanza secca
Per il silomais, se consideriamo unapossibile variazione della sostanzasecca che può arrivare anche a circa il5%, soprattutto in occasione di eventicome precipitazioni piovose o nevoseestreme, in razioni che includono25 kg di questo alimento questi
eventi possono comportare una sovrastimadella reale disponibilità disostanza secca di circa 1,25 × 0,33 =0,41 kg. Questo valore, trasferito suuna mandria di 100 capi, signifi ca unapossibile minore distribuzione di sostanzasecca rispetto al previsto di 41kg che, tenendo presente valori abbastanzamodesti e prudenti di effi -cienza alimentare per la produzionedel latte (consideriamo circa 1,25), significano una mancata produzione dicirca 51 kg di latte/giorno. Inoltre, ladisponibilità quotidiana dell’analisi siadelle frazioni fi brose sia dell’amido nelsilomais è un valore aggiunto particolarmenteimportante per la verifi cadella reale rispondenza della dieta sullebovine in stalla.Altrettanto importante è la «verifi ca»che si ha sulla correttezza dimensionaledella fi bra nella miscelata, ma anchecome monitoraggio della risposta dellabovina a stress ambientali attraversole informazioni che derivano dallestrumentazioni in grado di rilevare iltempo dedicato dalle bovine alla ruminazione
Cosa dovrebbeportare la zootecniadi precisione
Parlare di zootecnia di precisione permolti signifi ca essenzialmente parlaredi automazione e sensoristica. Certo,queste rappresentano una componentecentrale, oggi resa facilmente accessibile(ma non gratuitamente) dallo sviluppodelle tecnologie dell’informazione. E nonè un caso se dico che è centrale. Centraleperché non è l’unica. A monte, infatti, viè un sistema produttivo, caratterizzatoda certe dimensioni aziendali, che anchenel recente passato ha avuto accessoad alcune informazioni, ma magari nonsempre gestite in modo adeguatamenteintegrato a livello operativo aziendale.A valle, poi, vi è il risultato tecnico-economico aziendale, cioè quantoil sistema contribuisce a migliorare lagestione della stalla e, quindi, garantireuna resa economica all’allevatore.Implementando nuove tecnologie,sostenendo i relativi costi, ci si aspettacome risultato minimo accettabilealmeno un miglioramento sul reddito netto dell’allevatore o un miglioramentosignifi cativo nelle condizioni dilavoro, al fi ne di giustifi carne la permanenzanel settore zootecnico; tuttoquesto, ovviamente, senza peggiorarenessuno degli altri aspetti dellaproduzione (vedi sicurezza e qualitàdelle produzioni).
Esperienza italiana e olandese
Per rapportarci correttamente a questenovità, due importanti avvertimentici vengono sia da alcune esperienzeitaliane in occasione dell’introduzionedella prima grande innovazione tecnologicain zootecnia, il robot di mungitura,sia da una recente ricerca svoltain Olanda su quel sistema che rappresentaspesso il simbolo della zootecniaavanzata europea.Nel primo caso, alcuni operatorihanno guardato a priori all’introduzionedel robot di mungitura come unsistema per:● aumentare la produzione di lattequasi a livello di introduzione dellaterza mungitura (quindi circa +15%);● non doversi più interessare dellamungitura delle bovine, risparmiandodi netto il costo del lavoro del mungitore.L’esperienza di questi quindicianni ci ha dimostrato che, in riferimentoal primo punto, la mungituraautomatizzata (o robot di mungitura)non è assimilabile alla terza mungitura,perché l’irregolarità degli intervallitra le mungiture e un numero mediodi 2,4-2,5 mungiture al giorno fannosì che l’aumento di produzione possaessere circa dal 3 all’ 11% (Abeni et al.,2005; Speroni et al., 2006).Nel secondo caso, entrando più nelmerito dei nuovi dispositivi e sensoriassociati al precision farming, sonostati proprio gli olandesi che, conun’indagine su 217 allevamenti di bovineda latte, non hanno rilevato variazionisignifi cative nella produttivitàdegli stessi a seguito dell’introduzionedi diversi sensori (Steeneveld et al.,2015a). Come messaggio conclusivo delloro studio, i ricercatori olandesi invitanoa considerare come i possibili miglioramentinelle prestazioni aziendaliprospettati dai produttori dei sensorinon si siano materializzati in azienda.Per una loro corretta valorizzazione,infatti, è necessario che il nuovo tipodi informazioni prodotte dagli stessinon restino nei computer che li acquisiscono,ma si traducano in scelteoperative effettuate in tempo reale,in funzione del miglioramento dellaprestazione economica globale dell’allevamento.
Valutazionedelle tecnologie
Gli elementi da considerare nellascelta di una nuova installazione sono:● produttività-effi cienza della nuovainstallazione nel fornire un dato e valoreeconomico del dato-informazione;● produttività marginale della nuovainstallazione;● come la nuova installazione si collocarispetto alle altre presenti in azienda odisponibili sul mercato (alternativa, indipendente,complementare).La produttività-effi cienza del sensoreverrà considerata nell’esempio dellostudio condotto dai ricercatori olandesiche vedremo tra poco. Il valore economicodel dato-informazione dipendeda quanto l’allevatore riesce a tradurrein aumento di produttività o effi cienzal’informazione ottenuta e sulla quale basala sua scelta operativa o azione correttiva.La produttività marginale dellanuova installazione può essere semplicementedefi nita come la variazione diproduttività che deriva dall’avere introdottoun’installazione aggiuntiva nell’allevamentorispetto alla situazione precedente.In parte collegata agli aspettiprecedenti è la collocazione relativa dellanuova installazione rispetto alle altreeventualmente presenti in allevamento:alternativa, se va a sostituire, comefonte di informazioni, una già esistente;indipendente, se va a fornire un tipo diinformazione nuova che non ha interazionicon altri sensori presenti in allevamento;complementare, se l’informazione che è in grado di fornire completaquelle ottenute da altri sensori o ne migliorala capacità diagnostico-predittiva
I sensori
Un sistema di sensori è defi nito comeun dispositivo che misura un parametrofi siologico o comportamentalea livello di singola bovina e consenteuna rilevazione automatizzata a livelloaziendale delle variazioni nel parametrostesso che sono associate a un eventosanitario e richiedono un’azione daparte dell’allevatore (Rutten et al., 2013).Un sistema di sensori consiste nel dispositivodi rilevazione più il softwarein grado di acquisire i dati, memorizzarlie gestirli per produrre l’informazioneo l’indicazione.I sensori impiegati in zootecnia diprecisione sono dispositivi in grado dimisurare variabili fi siologiche o comportamentalia livello di singole bovineche consentono la rilevazione automatizzata,in stalla, delle variazioni dellevariabili stesse allo scopo di poterleassociare a eventi di rilievo sanitario ogestionale, che richiedono l’attenzionee la successiva azione da parte dell’allevatorestesso (ad esempio, isolandola bovina per eseguire un trattamento).I sensori ricadono in 2 categorie,in funzione della loro disposizione rispettoalla bovina: installati o non installatisull’animale. Quelli installatisulla bovina possono esserlo all’esternoo all’interno del corpo della stessa(ad esempio, boli ruminali o impiantivaginali). I sensori non installati sullabovina possono essere posizionatie attivati in modo differente rispettoalla bovina, che può ad esempio camminarci sopra, di fi anco o attraversarneil campo di rilevazione.Come ben descritto da Rutten et al.(2013), lo sviluppo di sistemi basati susensori nell’ambito della zootecniadi precisione si sviluppa su 4 livelli:
● il primo riguarda l’applicazione diuna o più tecnologie in grado di misurarequalcosa che riguarda la bovina(ad esempio la sua attività o la suaruminazione);
● il secondo riguarda l’interpretazionedelle possibili variazioni nei dati registratidai sensori (ad esempio, l’aumentodell’attività o la riduzione della ruminazione)per ricavare informazionirelative alle condizioni della bovinastessa (ad esempio, l’estro);
● il terzo riguarda l’integrazione dell’informazionederivante dal sistema disensori con altre informazioni presentisulla bovina e sul contesto tecnico-economico in cui devono essere prese ledecisioni, in grado di far comprenderemeglio il signifi cato dell’informazionestessa (ad esempio, considerandole particolarità dello stadio fi siologicoin cui si può trovare, come nell’immediatopost-parto) alla luce anche divalutazioni economiche allo scopo diindicare l’opportunità o meno di un’azione(inseminare o non inseminare);
● al quarto livello vi è il momento incui viene presa una decisione dall’allevatoreche attua un’azione precisa oviene presa in modo autonomo dal sistemaintegrato di acquisizione e gestionedelle informazioni (ad esempio,avvisando l’addetto all’inseminazione).
La ricerca olandese
Sempre gli olandesi, esaminando lasensoristica presente sul mercato e testata scientifi camente (con esiti riportatisu riviste scientifi che internazionali)sino al 2013, hanno preso in considerazionele quattro principali areedi applicazione: rilevamento mastiti,gestione fertilità, rilevamento problemilocomotori, metabolismo. Esaminandoil tipo di approccio tecnologicoadottato maggiormente nei singoli casi,si è visto come: per la rilevazionedelle mastiti la sensoristica sia basatasulla conducibilità elettrica (Ec); per lafertilità sull’attività della bovina; perla locomozione sulla distribuzione delpeso sugli arti e per il metabolismosulla misurazione del pH del rumine(Rutten et al., 2013).Nei primi due casi (mastiti e fertilità),il sistema del sensore include ancheun’interpretazione dei dati, nelsenso che indica la direzione (calo oaumento) della variazione della variabile misurata. La cosa interessante,comune a tutta la sensoristica esaminatanello studio delle pubblicazionipresenti sino al 2013, è il fattoche nessuno dei sistemi di sensori lavoravain integrazione con altre fontidi informazione; in particolare, non vierano legami con valutazioni basatesu informazioni economiche. Questoelemento fa intravvedere margini dimiglioramento nell’ideazione di sistemiche, per loro «mission», devono comunqueportare a una possibile (e piùo meno automatizzata) retroazione.Buona parte dei sistemi di sensori,comunque, forniscono non solo un avvertimento(alert) all’allevatore, ma ancheun livello di probabilità che la bovinaabbia realmente una mastite, osia realmente in estro. Sia nei sistemidi rilevazione dei problemi di locomozione,sia in quelli di rilevazione delledismetabolie, sono minori le percentualidi dispositivi che forniscono unachiara indicazione operativa; del resto,sono gli stessi sistemi che, nello studio olandese, si è evidenziato avere valoridi sensitività e specifi cità peggiori rispettoalle altre categorie
Lavoro risparmiatonon quantificabile
Torniamo ora all’analisi dei risultatidello studio sulle prestazioni tecnico-economiche degli allevamentiolandesi a seguito dell’introduzionedei sensori.L’analisi che hanno condotto usa unindice derivato dall’economia, l’indicedi Malmquist, in grado di quantifi careil miglioramento della produttività dovutoall’introduzione di cambiamentitecnici nei processi produttivi. Questoindice è pari a 1 se l’investimento nonporta a una variazione della prestazionetecnico-economica dell’azienda; èmaggiore di 1 se vi è un peggioramento,mentre è minore a 1 nel caso vi siaun miglioramento.Si è notato che l’impiego di lavoroa tempo pieno non è calato a seguitodell’introduzione dei sistemi e perquesto si è cercata una spiegazione.È infatti indispensabile cercare di capirela complessità che accompagnatrasformazioni aziendali, quali quelleche si hanno in questi casi. In primoluogo si è ipotizzato che le aziende cheattuano questo tipo di investimentoin tecnologia siano contemporaneamenteimpegnate in azioni di sviluppoed espansione; quindi, la quantitàdi lavoro immessa nel periodo immediatamenteseguente all’introduzionedella nuova tecnologia è spesso noncomparabile a quella della routine precedentela fase di avvio del nuovo investimento.Una seconda spiegazione è che spessoil risparmio di lavoro conseguibilecon l’introduzione di nuovi dispositiviad alta tecnologia non è come ci si puòaspettare. Se da un lato sicuramentesi ha un risparmio di manodopera,soprattutto del tipo scarsamente qualificato, può essere richiesto un maggiore impegno in attività di interpretazionedei risultati derivanti dai sensorie dal controllo dei messaggi di attenzione(Steeneveld et al., 2015b); quindi,una parte del lavoro viene riorientatada un minore a un maggiore livello diqualifi cazione.
Prima cosa: ponderaregli investimenti
Agli allevatori italiani è richiesta unaparticolare attenzione, in un momentocosì delicato del loro settore, per saperdiscriminare con attenzione qualisono realmente gli investimenti di cuihanno bisogno per migliorare la lorocondizione (soprattutto in termini diqualità del lavoro) e da cosa non farsiabbagliare, evitando investimentinon necessari o per i quali la propriaazienda non è ancora pronta in terminidi preparazione del capitale umano.Per questo CREA-FLC ha già accordispecifi ci su questi temi con il mondodell’associazionismo degli allevatori,per essere al loro fi anco con la propriaazione di supporto tecnico-scientifi
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